Farsi carico dell’errore quando questo si determina

Categoria: Appunti di formazione

 

In una squadra il raggiungimento della padronanza e del controllo delle risorse/opportunità offerte dall'ambiente passa attraverso la consapevolezza che ognuno farà quello che può e cercherà di farlo al meglio. Per questo, l’assunzione di responsabilità è una condizione indispensabile per la crescita e contribuisce a sviluppare la capacità di empowerment. Un rugbista sa che assumersi la responsabilità di una decisione significa anche farsi carico dell’errore quando questo si determina. L’errore, nel rugby, non solo viene tollerato ma viene utilizzato come meccanismo di apprendimento collettivo: una volta analizzato e discusso, l’errore diviene il presupposto per una crescita ulteriore del singolo e del team nel suo complesso, secondo la logica del miglioramento continuo. Valutare un errore, però, implica anche esprimere un’opinione sull’operato di un compagno di squadra o, in campo lavorativo, di un collega ma ciò non deve mai dare luogo a un giudizio su di lui come persona. Se c’è una cosa che dobbiamo evitare è toccare la persona. Occorre toccare l’errore, non chi lo commette. Se un giocatore sbaglia un placcaggio, magari per un’indecisione, non puoi etichettarlo come un vigliacco; se lo fai, rischi di segnare quella persona per tutta la vita, rischi di compromettere la sua immagine personale, di minare irrimediabilmente la sua autostima e questo non ti è consentito, né come allenatore, né come manager. Il tuo compito è giudicare il placcaggio sbagliato e intervenire tecnicamente, magari con tutta la durezza del caso, per far sì che quell’errore non si ripeta, mettendo a punto, per esempio, un allenamento specifico. Ma colui che ha commesso l’errore non deve sentirsi in alcun caso in discussione come persona, non deve vivere l’errore come un fallimento ma come un’opportunità di apprendimento da cui ricavare una lezione preziosa per il futuro.