Sulla leadership

Categoria: Appunti di formazione

 

Il tema della leadership ha ricevuto negli ultimi anni grande attenzione da parte del mondo della formazione: se è vero che già negli anni ’30 del secolo scorso Kurt Lewin aveva coniato le tre categorie “universali” di leadership –autocratica, democratica e delegativa –, solo a partire dagli anni settanta lo studio dell’interazione fra ruoli di comando e direzione all’interno di un gruppo di lavoro è divenuto sistematico, con riguardo soprattutto ai meccanismi di influenza sociale che si attivano all’interno di tale relazione. In qualche post precedente ho fatto cenno alle ricerche di Bernard Bass, che identificò due nuovi modelli di leadership, quello transazionale e quello trasformazionale: il secondo, in particolare, ricorre maggiormente alla vision, che Bass definisce come la creazione di rappresentazioni degli obiettivi futuri da raggiungere. Si può parlare di leadership trasformazionale in presenza di alcuni comportamenti del leader, e cioè quando egli:

-          stimola tra colleghi e collaboratori l’interesse a considerare il proprio lavoro da nuovi punti di vista

-          genera consapevolezza della missione o vision del gruppo e dell’organizzazione

-          spinge i colleghi e i collaboratori a livelli più elevati di abilità e di potenziale

-          motiva colleghi e collaboratori a guardare al di là dei loro interessi individuali, verso i vantaggi per il gruppo

È il leader che, in una visione condivisa, coinvolge i collaboratori nell'immaginare un futuro positivo, è lui a creare aspettative e a impegnarsi in prima persona per realizzarle e, del resto, egli non può sottrarsi a questo compito, considerato che  la comunicazione interna della propria strategia è fondamentale per sedimentare i valori organizzativi, per rafforzare l’identità del gruppo e per far sì che le persone si identifichino nella comunità per la quale lavorano.