Ruggers Tarvisium, la storia...
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- Pubblicato Lunedì, 06 Gennaio 2014 07:04
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Ruggers Tarvisum, la storia...
L’associazione rugbystica RUGGERS TARVISIUM 69 si costituisce il 2 agosto 1969. A farla nascere furono il coraggio e un pizzico di follia di Natalino Cadamuro – allora poco più che ventitreenne – e di uno sparuto manipolo di ragazzi non ancora maggiorenni (“Ino Pizzolato”, Claudio “Achille” Lauro, Gigi Cagnin e Franco Polloni) riuniti nella stanzetta del bar da “da Bepi”. Saranno questi e qualche altro i primi giocatori e – caso probabilmente unico della storia Federale (oggi assolutamente inimmaginabile) i primi consiglieri della neonata Società.
“El Nata” è – ovviamente – il presidente, il segretario, il magazziniere, l’iniziale sponsor e soprattutto – l’ispirato allenatore.
Il seme che germoglierà la Tarvisum in realtà era stato piantato già qualche anno prima nel 1962, quando più o meno quegli stessi adolescenti e qualche altro giovinetto, coinvolti da Cadamuro, giocarono, molto ben figurando, le loro prime partite di rugby 8 con la divisa della A.S. Lupino di S. Giuseppe – l’organizzazione parrocchiale del quartiere – nel campionato propaganda della C.S.I.
Nel 1964 quella squadretta, che si allenava scavallando tra le montagnole del prato retrostante l’abside della chiesa, si tolse la soddisfazione di giocare allo stadio dei marmi di Roma la partita di finale del campionato di categoria, perdendola di un soffio.
In quel nuovo gioco, perfetto impasto di irruenza, velocità, furbizia tattica e destrezza, trovarono l’occasione di esprimere in modo sfrontato e originale la loro non comune attitudine agonistica, quasi naturalmente inscritta nei geni e affinata sin dall’infanzia dalle stravaganti pratiche ludiche quotidiane. (Le corse tra i campi, i tuffi nel Sile e le lotte sull’erba, che rappresentavano il privilegio di chi cresceva in campagna in quegli anni pre-televisivi, forgiavano forti muscoli e tempravano caratteri spartani, inclini alla sfida).
Natalino convinse quei ragazzi fortunati a spendere il loro talento per uno scopo più ambizioso, li convertì a un più collettivo spirito di servizio, per renderli vincenti nel gioco di squadra che come nessun altro ne reclama la necessità.
Nel 1969, risolti finalmente i problemi di lavoro che per due anni gli impedirono di allenare la sua piccola “equipe”,Cadamuro matura la scelta fondamentale e da vita al suo ambizioso progetto. Raduna nuovamente intorno a sé la vecchia “banda” per iniziare lo straordinario percorso che (chi poteva immaginarlo?) rappresenterà l’orgoglio e un’autentica ragione di vita per le centinaia di atleti che negli anni a venire avranno la fortuna di compierlo.
Il 2 agosto, giorno dea “festa dei omeni”, viene sottoscritto lo statuto.
Dentro quel bar e a quello dell’Antonia, sull’altro lato della Noalese, in un clima euforico e piuttosto guascone, si cementarono solidissimi vincoli e un empatico contagioso desiderio di donare al gruppo ogni possibile energia. Più di ogni altra caratteristica sarà questo formidabile attaccamento identitario e il singolare atteggiamento battagliero a rappresentare fin da quei giorni lontani il tratto distintivo delle future magliette rosse. Per la verità sarà una scolorita muta di maglie celesti, gentilmente cedute dal Rugby Treviso, la casacca indossata dai ruggers nelle partite di esordio e durante il primo campionato giocato; dovranno attendere ancora qualche tempo prima che una fiammante maglia scarlatta diventi definitivamente la loro garibaldina bandiera.